Con infinito amor e infinita disfunzione

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Ai viaggi nel cassone del pickup, e al posto in prima fila per vedere i paesaggi e i cieli stellati; all’oceano, ai tramonti, ai mille colori; al pulmino umido pieno di noi umidi, e di resti di platani fritti.
Alle teste fasciate di felpe per evitare sbattimenti di cranio contro i vetri.
Alle minestre di mamma Emma.
Alle scalate verso l’opera di presa, con la pioggia torrenziale o l’afa, e il bagno finale alla cascata.
Alle presentazioni delle slides (english please!) di sera stanchi e sporchi di fango; al microhydro, al nanohydro, al dimensionamento del fotovoltaico….grande così!; alle riunioni, alle micro-riunioni, agli appuntamenti delle 5:50 del mattino (fuori tutti fuori!!), alle connessioni wireless senza connessione.
Alle amache della casa di Rio Cangreal, alle schitarrate, ai lupi, ai contadini e alle figure speciali.
Al goal della vittoria della partita di calcetto in riva all’oceano.
Ai bimbi di Quinito, a Orlando e alla sua ospitalità.
Alle docce gelide del dictamo, ai toast farciti con frittata e carta-igenica; alle cene in 17 persone con 8 piatti e 7 forchette; a Pedrito, principe della pista.
Al pane ai cereali del prof che ci ha salvate dalla cena nel peggior bar di Caracas (che era Leon in Nicaragua, ma vabbè); alla cena italiana, luce dei nostri occhi, a casa di Maurizio dopo mesi di riso e fagioli.
Alla prima volta in piedi sulla tavola da surf.
Al nero in faccia e dappertutto dopo la discesa dal vulcano.
Al low profile che non abbiamo mai mantenuto e al “miiiinchia Professore!” di Pizzuto.
All’i-torto, all’i-chiuso e all’essere disfunzionale.
Alla positività travolgente di Vale, piccola grande donna; all’ironia amabile e unica di Saverio; all’essere orso buono di Matteo; alla risata immensa e contaggiosa di Sabri condita di beehhhhhh; a Claudio e Simone, i nostri Sandra&Raimondo che se non ci fossero stati, avremmo dovuto inventarli (alle bestemmie di Simone con Wasps posso scriverlo?  ).
A Jack, principe operoso.
A Mery, Adriano, Giorgia, la famiglia dentro la famiglia.
A Fede, cavaliere catalano.
Alla serenità e compostezza, condita di playlist spumose di Claudio L; alla dolcezza di Flavietto; all’affabilità di Frank e alla sua pasta con le patate, che ci ha fatto rinascere di sapori veri; a Sugal e ai suoi esordi ‘elefanteschi’ in serate fosforescenti.
A Marco, alla sua pazzia e ai suoi puntuali ritardi.
A Carlo, oasi di acqua fresca nel deserto della nostra ignoranza, nonchè fornitore ufficiale di Flor de Cana.
All’ Unico Prof. Andrea Micangeli, senza il quale tutto ciò non sarebbe stato possibile.
All immensità dolce dell Honduras, alla freschezza del Nicaragua e alla durezza della Costarica.
Alla condivisione, allo spirito di avventura, all’adattamento, a trovare la forza, all’imparare a essere migliori, a capire che per quanto siamo dei minuscoli puntini nell’universo, siamo fortunati.
Grazie a chi, anche solo per il semplice fatto di esserci stato, ha reso indimenticabile questa avventura.

“Life is about breaking our personal limits and outgrowing ourselves to live our best lives”

Con infinito amor e infinita disfunzione, Staff VII FSA.